Ciao Alessandro, io invece sono convinto che se Stefano avesse voluto esprimere compiutamente il suo pensiero, il nostro pensiero, non avrebbe dovuto fare altro che cimentarsi in un intervento alla Paolini, l’incubo dei giornalisti.
E’ stato proprio il programma a essere concepito a distanza siderale dal nostro modo di intendere il rapporto con il cibo.
Entrando nel merito, nessuno ha ricordato che Stefano ha detto, secondo me, una cosa molto interessante, ovvero che il successo della Parodi potrebbe fare da “trait d’union” fra due mondi così lontani, il nostro e il loro, se solo riuscisse a veicolare il suo vastissimo pubblico, portandolo pian piano per mano, a ragionare sul corretto modo di consumare.
Vedi, Alessandro, noi che abbiamo di certo una maggiore consapevolezza in materia siamo però numericamente nulla, più o meno vicino allo zero, rispetto alla massa, alla quale non gliene frega un bel niente dei nostri discorsi, che sono invece così centrali nella nostra esistenza, anzi, per loro gli esagerati, gli assurdi, siamo noi e una trasmissione televisiva, che a quel pubblico si rivolge, non poteva che prendere la piega che ha preso.
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Di: Maurizio Cortese
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